Polittico in affresco del 1478

Chiesa parrocchiale di San giovanni battista di poscante

Autore : Giovanni di Jacopo Gavazzi

Relativamente alla storia della chiesa di Poscante e degli edifici a lei adiacenti, i significativi cambiamenti apportati nel contesto dell’intervento della seconda metà dell’Ottocento hanno cancellato gran parte delle linee architettoniche quattrocentesche e non consentono di ricostruirne la forma e le dimensioni.

 I più antichi riferimenti alla chiesa e agli edifici connessi, si trovano negli atti della visita apostolica del Borromeo del 1575.

In particolare, viene indicato che fuori dalla chiesa c’erano tre altari: uno nella cappella del cimitero, che si diceva fosse l’antica chiesa parrocchiale, ma che si presentava vecchia e malconcia, uno, dedicato alla Madonna, sotto il portico esterno, e uno dedicato a San Rocco, in una cappella affrescata chiusa da un cancello di legno.

Degli altari e delle relative cappelle, a parte quello posto sul cimitero, non resta ora che quello corrispondente all’attuale sagrestia del santuario, nel quale spicca il grande affresco che riempie l’intera parete di fondo della cappella.

Descrizione dell'opera

L’affresco presenta in alto Cristo crocifisso al quale si affiancano sui due lati i santi Rocco e Sebastiano; in basso è raffigurata la Madonna in trono col Bambino con ai due lati san Giovanni Battista e san Francesco che riceve le stimmate.

L’iscrizione posta in basso a sinistra del comparto superiore esordisce con la data di esecuzione dell’opera: anno 1478 e prosegue ricordando il voto della popolazione aveva fatto in occasione della peste di quell’anno, che aveva imperversato nel territorio dello Stato veneto. Evidentemente la comunità di Poscante non era stata colpita dal morbo e per questo aveva fatto realizzare questo affresco con raffigurati i due santi protettori contro la peste: Rocco e Sebastian, ai quali fu dedicata la cappella con l’onere di celebrare la messa in perpetuo il giorno della loro festa. Per la datazione e per lo stile esecutivo, l’affresco viene considerato da qualcuno una prova giovanile del pittore poscantino Giovanni Gavazzi


Alcune note sul pittore Giovanni Gavazzi

Giovanni di Jacopo Gavazzi, detto anche Gavasio, è l’autore della Madonna dello Scoiattolo conservata in Sant’Alessandro in Colonna a Bergamo.

Da qui la prova che il pittore è originario di Poscante, ma per il resto gli storici sono concordi nel ritenere che le caratteristiche dell’opera pittorica di Giovanni Gavazzi sono del tutto estranee alla cultura bergamasca e riferibili invece a quella veneta, specie di scuola belliniana.

Se ne può dedurre che si tratti di una delle tante tavole importate da Venezia a Bergamo o frutto di un temporaneo ritorno in patria dell’artista.

Nessun’altra opera, tra quelle conservate nelle chiese bergamasche e tradizionalmente attribuite all’artista, si possono far risalire a lui con un benché minimo supporto documentario.

Di Giovanni Gavazzi si può quindi affermare che fu uno dei tanti pittori bergamaschi che operarono nel Cinquecento a Venezia, probabilmente riuniti attorno alla bottega dei Santacroce.

 

L’iscrizione posta in basso a sinistra del comparto superiore esordisce con la data di esecuzione dell’opera: anno 1478 e prosegue ricordando il voto della popolazione aveva fatto in occasione della peste di quell’anno, che aveva imperversato nel territorio dello Stato veneto. Evidentemente la comunità di Poscante non era stata colpita dal morbo e per questo aveva fatto realizzare questo affresco con raffigurati i due santi protettori contro la peste: Rocco e Sebastian, ai quali fu dedicata la cappella con l’onere di celebrare la messa in perpetuo il giorno della loro festa. Per la datazione e per lo stile esecutivo, l’affresco viene considerato da qualcuno una prova giovanile del pittore poscantino Giovanni Gavazzi

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